RINOFOLO MAGGIORE

Rinofolo maggiore

Rinofolo maggiore
Rhinolophus ferrumequinum
Nome dialettale: Taddarita

Dimensioni: specie di grosse dimensioni, è il più grosso rappresentante del genere in Europa. Lunghezza testa-corpo mm. 52-70; apertura alare fino a 360 mm.; avambraccio mm. 51-61.

Distribuzione: diffuso in tutte le zone meridionali della Regione Paleartica dall’Inghilterra al Giappone, con limite settentrionale passante attraverso l’Inghilterra del Sud, la Germania centrale, il Sud della Polonia, la Crimea, il Caucaso, il Kopet Dag, la Chirghisia, la Corea del sud ed il Nord del Giappone, quello Sud attraverso il Marocco, l’Algeria, la Tunisia, la Palestina, l’Iran, l’Afghanistan, l’Himalaya e l’Yunnan.

Presenza in Sicilia e nella Riserva: è la specie più comune nelle cavità siciliane. Sono note una cinquantina di stazioni cavernicole ed una ventina di edifici che ospitano colonie di questa specie.

Habitat: il Rinolofo o Ferro di cavallo maggiore predilige i boschi, le zone a macchia e le praterie, preferibilmente vicino alle zone umide.

Biologia e ciclo riproduttivo: l’accoppiamento ha luogo alla fine dell’estate o in autunno. La gestazione dura circa 70 giorni. I piccoli, uno, molto raramente due, vengono alla luce fra maggio e luglio.

Aspetti eco-etologici: il Rinolofo maggiore, è migratore. Ha una spiccata predilezione per la cavità sotterranee ma durante la stagione estiva può trovare rifugio nelle costruzioni abbandonate. Si trova appeso alle volte ove si attacca esclusivamente per i piedi nella caratteristica posizione “ammantellata” ovvero con gli avambracci quasi a contatto tra loro lungo la linea mediana del dorso e le ali semiaperte verso il ventre in maniera tale da avvolgere tutto il corpo da cui sporgono le orecchie e le appendici nasali a forma di ferro di cavallo. Al crepuscolo esce dai suoi ripari per iniziare i voli di caccia. Spesso sospende temporaneamente il volo per appendersi in veri e propri “posatoi” a consumare le prede più grosse.

Alimentazione: il cibo è costituito da insetti crepuscolari e notturni (Lepidotteri e Coleotteri). E’ frequente trovare sotto i posatoi di questa specie le splendenti corazze dei Geotrupes (un Coleottero Scarabeide legato allo sterco di animali domestici da pascolo).

Problemi di conservazione: nonostante sia protetto in tutta Europa, il disturbo arrecato alle colonie cavernicole, il collezionismo, l’uso indiscriminato dei trattamenti fitosanitari, i trattamenti per la difesa delle strutture in legno degli edifici, il ripristino dei casolari rurali con relativo allontanamento delle colonie e gli inconsulti atti vandalici spinti dall’atavico odio verso i chirotteri hanno fatto negli ultimi anni diminuire la popolazione vertiginosamente. Un recente censimento delle popolazioni cavernicole siciliane di questa specie ha accertato la presenza di 52 stazioni di cui soltanto una decina ospitano colonie costituite da un centinaio di individui. Le indagini tossicologiche effettuate su esemplari siciliani hanno dimostrato una forte contaminazione da pesticidi organoclorurati, più precisamente da DDT e suoi derivati, da Dieldrin, da Endrin, da Eptacloro epossido e da Metossicloro.

Bruno Zava

Rinofolo maggiore