ATHAMANTA SICULA L. ( APIACEAE )

Athamanta sicula L.

Athamanta sicula L. (Apiaceae)

Nome volgare italiano: Atamanta siciliana

Nome dialettale: “Spaccapetri” (S. Giovanni Gemini, Cammarata)

Descrizione e fenologia: è una pianta erbacea perenne, di 4-7 dm. di altezza, densamente lanosa, in estate glabrescente. Ha fusto legnoso, grosso quanto un pollice, con adulazioni trasversali, talora con brevi rami.
Gli scappi sono eretti, legnosi, il picciuolo allargato alla base in guaine a semicerchio e lamina tri-tetra-pennatosetta, generalmente lobati o incisi, alla fine più o meno convoluti.
Le ombrelle hanno 10-12 raggi, con involucro di 1-3 brattee e involucretto a molte brattee; i petali sono bianco-giallastri. Il frutto non ha coste evidenti ed è tormentoso su tutta la superficie.
Lo stilopodio di ciascun achenio è lungo meno di metà della propria larghezza. Fiorisce da maggio a giugno (PIGNATTI, 1982).

Distribuzione geografica ed habitat: secondo Tutin (in TUTIN et Al., 1968) la specie è presente nell’Italia centromeridionale e in Sicilia. Secondo Pignatti, è rarissima nel Lazio.
In Sicilia, secondo Lo Jacono-Pojero (1891), Athamanta sicula è comune. Cresce su colline montuose e rupi calcaree fino a 1500 m. di altezza.

Proprietà ed usi: la specie, di cui si usano le radici, viene adoperata in decotto (60-80 gr. di radici per 1 l di acqua da far bollire per 20 min.) che può anche essere conservato per 3-4 gg. Un bicchiere al mattino, a digiuno, facilita l’eliminazione di calcoli renali e biliari.